CHE GRAN FISCO DE ’NA MIGNOTTA! – LA PROCURA DI RIMINI HA CHIESTO UNA CONDANNA A 2 ANNI E 3 MESI PER ANDREA GAL, EX ESCORT 42ENNE UNGHERESE CHE, TRA IL 2010 E IL 2014, AVREBBE GUADAGNATO 5 MILIONI DI EURO, ELUDENDO AL FISCO OLTRE 2 MILIONI EURO TRA IRPEF E IVA – TRA I SUOI MOLTI CLIENTI ITALIANI, PERSONAGGI NOTI E FACOLTOSI – LA DONNA, CHE È IRREPERIBILE ALL'ESTERO, FA SAPERE ATTRAVERSO L'AVVOCATO CHE “HA CERCATO PIÙ VOLTE DI METTERSI IN REGOLA MA LO STATO ITALIANO NON RICONOSCE LA SUA ATTIVITÀ”

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Estratto dell’articolo di Enea Conti per https://corrieredibologna.corriere.it/

 

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In quattro anni aveva incamerato cinque milioni di euro facendo la escort «dei vip» e al Fisco ha evaso cifre da capogiro: più di due milioni di euro per quel che riguarda l’Irpef e poco più di 840mila euro per quel che riguarda l’Iva. Lei, Andrea Gal,  è una donna ungherese oggi 42enne il cui portfolio di lusso aveva insospettito la Procura di Rimini diversi anni fa. I fatti risalgono allo scorso decennio, tra il 2010 e il 2014.

 

L'inchiesta nei confronti della escort

L’indagine coordinata dal pm Paolo Gengarelli e venne conclusa con il rinvio a giudizio per il reato di reato di evasione fiscale correlato al reddito da prostituzione: nel marzo del 2022 cominciò a Rimini il processo che ancora non si è concluso. Nella mattinata di mercoledì 8 maggio la pm Annadomenica Gallucci (il pm Gengarelli è ora in pensione) ha chiesto una condanna a due anni e tre mesi.

 

Andrea Gal Andrea Gal

L'avvocato: «Voleva mettersi in regola ma in Italia non può»

La donna, che attualmente si trova all'estero (a quanto sembra a Dubai, ma stando al suo avvocato «in realtà non si sa dove sia»), è irreperibile e non ha mai preso parte al processo a suo carico in Italia. è difesa dall’avvocato Stefano Caroli che ha una precisa strategia difensiva: alla Procura ha chiesto l’assoluzione completa. «Ha cercato più volte di mettersi in regola – spiega – ma lo Stato italiano non riconosce la sua attività e non le consente di aprire una partita Iva».

 

L'inizio delle indagini dopo aver rapinato un cliente

Ma come e quando partirono le indagini a suo carico? Bisogna tornare indietro nel tempo fino al 2015. In quell’anno la donna aveva rapinato un cliente sottraendogli cento euro con la complicità di un amico. La quarantaduenne fu ritenuta colpevole della rapina e condannata ad uno e quattro mesi di reclusione. Ma durante il processo si era tradita sbeffeggiando giudici e vittima e spiegando di non avere bisogno di rubare «solo» cento euro. «Il mio estratto conto è da urlo, anche per i più benestanti». I guadagni da capogiro erano il frutto di un portfolio clienti di lusso, fitto di nomi di personaggi benestanti e facoltosi

 

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I soldi trasferiti a San Marino grazie all'aiuto di un bancario

Il pm di turno, udite le parole, all’epoca prese le sue parole sul serio e volle vederci chiaro. Fece partire le indagini delle Fiamme Gialle hanno portato alla luce la realtà dei fatti: l’estratto conto da capogiro esisteva per davvero e i soldi sarebbero stati trasferiti a San Marino grazie alla complicità di un bancario locale: indagato è stato poi scagionato grazie all'inesistenza del reato di evasione fiscale sul Monte Titano.

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