“DEVE CERCARE DI SISTEMARE STI CARUSI” – LA TANGENTOPOLI AL PESTO È UN GUAIO ANCHE PER FORZA ITALIA: I GEMELLI MAURIZIO E ARTURO TESTA, ACCUSATI DI CORRUZIONE ELETTORALE PER AVER "FAVORITO" IL CLAN MAFIOSO DEI CAMMARATA, AVREBBERO SPOSTATO CENTINAIA DI VOTI SU TOTI, IN CAMBIO DELLA PROMESSA DI TROVARE POSTI DI LAVORO E ALLOGGI – LE INTERCETTAZIONI TRA MATTEO COZZANI, CAPO DI GABINETTO DI TOTI, E ALESSANDRO SORTE, COORDINATORE DI FORZA ITALIA (QUOTA FASCINA) IN LOMBARDIA: “LORO MI DICONO ‘500 VOTI’ LI POTREMMO ANCHE METTERE INSIEME PERCHÉ…”

-

Condividi questo articolo


Estratto dell’articolo di G. Gua. e A.Pasq. per il “Corriere della Sera”

 

arturo e maurizio testa arturo e maurizio testa

Gemelli, nati e cresciuti fra Caltanissetta e la vicina Riesi per poi trasferirsi dalle parti di Bergamo ed entrare in politica, i 64enni Italo Maurizio e Arturo Testa devono fare i conti con una pesante accusa: corruzione elettorale per favorire un clan mafioso, quello dei Cammarata che nel capoluogo ligure ha messo radici in Valpolcevera.

 

Secondo la Procura di Genova erano in grado di spostare centinaia di voti sul partito di Toti. Consensi che sarebbero stati ricambiati dalla promessa di trovare posti di lavoro e alloggi agli elettori di questa comunità riesina sbarcata in terra genovese.

 

matteo cozzani giovanni toti matteo cozzani giovanni toti

Risultato: obbligo di dimora per entrambi a Boltiere, il paese della Bergamasca dove vivono, e sospensione immediata da Forza Italia […]. Si tratta infatti di esponenti azzurri: Arturo è collaboratore e assistente di segreteria per i consiglieri bergamaschi in Regione Lombardia, Maurizio è in consiglio comunale a Boltiere e coordinatore di Forza Italia del collegio di Dalmine, dopo essere passato da An in consiglio provinciale con trascorsi oscillanti fra l’impegno sindacale nella Fim Cisl e una comparsata in maglietta nera a Predappio, con il gemello.

 

I pm mettono in fila una serie di intercettazioni. A partire da quella fra Matteo Cozzani, accusato di corruzione e voto di scambio con l’aggravante mafiosa, capo di gabinetto di Giovanni Toti, e Alessandro Sorte, deputato e coordinatore regionale di Forza Italia al Pirellone. Quest’ultimo parla così: «Loro mi dicono “500 voti li potremmo anche mettere insieme perché andiamo a chiamarci uno per uno tutti i riesini residenti a Genova”».

 

toti arturo e maurizio testa 3 toti arturo e maurizio testa 3

Momento clou, una cena organizzata […] il 12 settembre 2020 al ristorante Punta Vagno […] per raccogliere voti della comunità riesina del quartiere Certosa a favore di tre candidati di Toti. In una conversazione tra Maurizio e uno dei tre, Stefano Anzalone, il primo gli conferma di aver rispettato gli accordi: «Qui a Certosa io e Arturo abbiamo un po’ fatto, poi stasera te ne accorgerai con 250 persone.... stasera ti dimostriamo quello che valiamo a prescindere…».

 

ALESSANDRO SORTE ALESSANDRO SORTE

Maurizio informa Arturo che durante la serata avvicinerà il candidato per presentargli delle persone alle quali dovrà qualcosa. Deve «cercare di sistemare sii carusi (ragazzi in siciliano) che hanno 20 anni, 28 anni, 30 anni, uno è il figlio di Gianni, uno di Maria Teresa (...) il nipote di Ivana (...) il genero di Cristina...».

 

È il prezzo del loro impegno, riconosciuto dal governatore, come sembra emergere da una conversazione fra Italo e sua moglie: «Toti mi ha preso da parte e mi ha detto “ascolta, so che siete due bulldozer, fammi dare un po’ di voti...». Nello stesso filone d’inchiesta entra anche un ex sindacalista della Cgil, Venanzio Maurici, definito «referente genovese» del clan. In occasione delle regionali, per dare il proprio voto […] avrebbe ottenuto la promessa di un posto di lavoro al compagno della figlia. In pensione dal 2018, Maurici […] è indagato per corruzione elettorale con l’aggravante del 416 bis. La Cgil si è mossa subito e gli ha sospeso l’iscrizione al sindacato.

GIOVANNI TOTI - CONSIGLIO REGIONALE LIGURIA GIOVANNI TOTI - CONSIGLIO REGIONALE LIGURIA GIOVANNI TOTI GIOVANNI TOTI toti arturo e maurizio testa 23 toti arturo e maurizio testa 23

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MA DOVE STA ZHANG ZHANG? - IL 32ENNE IMPRENDITORE CINESE, DAL 2018 AZIONISTA DI MAGGIORANZA DELL’INTER, NON SI VEDE IN GIRO DA UN ANNO. NON ERA A MILANO NEMMENO PER LA FESTA SCUDETTO. LA VERITÀ È CHE ZHANG NON PUÒ LASCIARE LA CINA DA OLTRE UN ANNO PER LA CONDANNA DEL TRIBUNALE DI HONG KONG A RISARCIRE CHINA CONSTRUCTION BANK E ALTRI CREDITORI DI 320 MILIONI - A QUESTO PUNTO, NON CI VUOLE IL MAGO OTELMA PER SCOPRIRE IL MOTIVO PER CUI IL MEGA-FONDO AMERICANO PIMCO SI SIA RITIRATO DAL FINANZIAMENTO DI 430 MILIONI DI EURO A UN TIPINO INSEGUITO DAI TRIBUNALI, A CUI PECHINO NON RILASCIA IL VISTO PER ESPATRIARE, COME MISTER ZHANG…

DAGOREPORT - LORO SI' CHE LO SANNO BENE: SECONDO IL "CANALE 12" DELLA TV ISRAELIANA RAISI È MORTO - DIFFICILE PRENDERE SUL SERIO TEHERAN CHE AFFERMA CHE L'ELICOTTERO CON A BORDO IL PRESIDENTE IRANIANO HA AVUTO UN "INCIDENTE" IN AZERBAIGIAN A CAUSA DEL ''MALTEMPO'' (UN CONVOGLIO DI TRE ELICOTTERI E SOLO QUELLO CON RAISI E' ANDATO GIU'?) - I MEDIA IRANIANI, PER ORA, PARLANO DI "VITA IN PERICOLO" - L'IRAN NON E' DECAPITATO FINCHE' CI SARA' SARA' L’AYATOLLAH KHAMENEI CHE SCEGLIERA' IL SUCCESSORE DEL FEDELISSIMO RAISI. E PER ORA SI LIMITA A DIRE: "SPERIAMO CHE TORNI, MA NON CI SARANNO INTERRUZIONI" - COME E' ACCADUTO CON L'ATTENTATO ALLA SEDE DIPLOMATICA IRANIANA IN SIRIA, DIETRO L"INCIDENTE" C'E' NETANYAHU? (FINCHE' C'E' GUERRA, C'E' SPERANZA DI RESTARE AL POTERE) - PROPRIO IERI IL MINISTRO DEL GABINETTO DI GUERRA BENNY GANTZ, VICINISSIMO A BIDEN,  DOPO UN INCONTRO IN ISRAELE CON IL CONSIGLIERE PER LA SICUREZZA USA JAKE SULLIVAN, AVEVA AVVISATO IL PREMIER NETANYAHU: "PIANO SU GAZA ENTRO L'8 GIUGNO O LASCIAMO IL GOVERNO"

DAGOREPORT - FERMI TUTTI! SECONDO UN SONDAGGIO RISERVATO, LA CANDIDATURA DEL GENERALE VANNACCI POTREBBE VALERE FINO ALL’1,8% DI CONSENSI IN PIÙ PER LA LEGA SALVINIANA. UN DATO CHE PERMETTEREBBE AL CARROCCIO DI RESTARE SOPRA A FORZA ITALIA - A CICCIO TAJANI È PARTITO L’EMBOLO. COSÌ QUEL MERLUZZONE DEL MINISTRO DEGLI ESTERI SI È TRASFORMATO IN PIRANHA: HA MESSO AL MURO LA MELONI, MINACCIANDO IL VOTO DI SFIDUCIA SE LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE DEI MAGISTRATI, LEGGE SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, NON VIENE APPROVATA PRIMA DELLE ELEZIONI EUROPEE...