IN QUESTO MONDO DI LADRI - LA CLEPTOMANIA E' UNO DEI GRANDI MISTERI IRRISOLTI PER MEDICI ED ESPERTI: GLI STUDI CONDOTTI NON HANNO EVIDENZIATO DEFICIT CHE PORTANO AL DISTURBO E NON ESISTONO TRATTAMENTI PER CURARLO - MELANIA RIZZOLI: "È IL COMPORTAMENTO DEI CLEPTOMANI A METTERE IN DIFFICOLTÀ LA COMUNITÀ SCIENTIFICA. I FURTI NON SONO PROGRAMMATI, NON SONO COMPIUTI PER VENDETTA, PER RABBIA O IN PREDA A DELIRIO, MA PER L’INCAPACITÀ A RESISTERE AL DESIDERIO DI TRAFUGARE OGGETTI"

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Estratto dell'articolo di Melania Rizzoli per “il Giornale”

 

MELANIA RIZZOLI MELANIA RIZZOLI

Sulla Treccani la cleptomania è definita «tendenza morbosa al furto» ed è accomunata a casi molto diversi tra loro per genesi psicologica e valore clinico, considerati come sintomi di decadenza intellettuale ed etica. […] Non esistendo una diagnosi formale patologica, la cleptomania per secoli è stata volutamente omessa dalle certificazioni ufficiali, fino a quando, nel 1980, è stata inserita come patologia nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-III), e definita come un «disturbo del controllo degli impulsi non classificati altrove», con comportamento dirompente della condotta, e problemi di autocontrollo delle emozioni, a carattere esplosivo ed intermittente.

 

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Tutti gli studi esistenti di neurobiologia sull’impulso a rubare, non hanno individuato deficit cerebrali, ormonali o neurocognitivi, nessun difetto istologico, genetico né metabolico, nessuna comorbilità con altre malattie, per cui questa incerta sindrome in Medicina ancora galleggia tra i disturbi psichiatrici dello spettro ossessivo, compulsivo e in quello affettivo, anche se i molti farmaci a disposizione usati per tali sindromi hanno clamorosamente fallito nei pazienti ladri, per i quali non ci sono medicinali mirati approvati, a dimostrazione della prevalenza della eziologia a tendenza esclusivamente comportamentale.

 

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Ed è proprio il comportamento dei cleptomani a mettere in difficoltà la comunità scientifica. I furti in genere non sono programmati, non sono compiuti per vendetta, per rabbia o in preda a delirio, ma semplicemente vengono effettuati per l’incapacità a resistere al desiderio impellente di trafugare oggetti, che spesso potrebbero essere acquistati senza difficoltà economiche, quando il soggetto frequenta luoghi di «tentazione» come supermercati, negozi, duty free e simili. L’atto di rubare inoltre, preceduto spesso da una tensione crescente, è accompagnato poi da una sensazione postuma di piacere e sollievo. […]

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Sono tre i tratti psicologici che caratterizzano i cleptomani: disinibizione, impulsività e tendenza a correre rischi per ottenere gratificazioni. Sovente il disturbo si manifesta in persone assoggettate a rigidi ritmi, fortemente schiacciate da regole, verso le quali provano una sorta di liberazione, provando piacere nel sottrarvisi.

 

La casistica dice che l’incidenza è maggiore nelle donne, le più inclini ai disturbi d’ansia ed a frenare gli istinti caratteriali, ma non mancano percentuali maschili […]. L’esordio dei sintomi avviene solitamente durante l’adolescenza, ma è molto frequente in età adulta […]

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La cleptomania si differenzia dal furto in quanto questi comportamenti sono spesso spontanei e vengono messi in atto in preda a disturbi dell’umore, in piena capacità di intendere, ma non di volere, dal momento che non si riesce ad opporsi razionalmente o a frenarsi.

 

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In psichiatria è vista come una rivincita psicologica di individui fragili, un atto compensatorio a un desiderio di punizione o di rivalsa, di espiazione di una pena con l’obiettivo di una temporanea gratificazione personale. In giurisprudenza invece non è giustamente valutata come un vizio di mente che può minare la capacità di intendere, ma come un comportamento che incide sull’imputabilità solo nel caso in cui si riesca a dimostrare che il reato è stato posto in essere per un impeto improvviso e non controllabile; anche se, non essendo quasi sempre possibile delineare il profilo della malattia, la semplice pulsione a rubare per la legge non é considerata cleptomania e non esclude la responsabilità del novello Arsenio Lupin.

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In ogni ordinamento giuridico infatti, viene punita la condotta di chi si impossessa di un bene non suo (reclusione da 6 mesi a 3 anni). In ogni caso la vera cleptomania è una condizione non facile da diagnosticare né scientificamente né legalmente, perché il disturbo procede inosservato e spesso si sovrappone ad altri disturbi della sfera intima e psicologica. […]

 

 

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