1. TANGENTOPOLI FOREVER! E STAVOLTA CI SONO PURE I VIDEO DELLE MAZZETTE. NELLA DEMOCRATICA MILANO, PER LUCRARE SULL’EXPO CI SONO TUTTI: DESTRA, SINISTRA, CENTRO 2. FRIGERIO E LUIGI GRILLO RAPPRESENTANO IL FRONTE CATTO-BERLUSCONIANO, E INCLUDONO IL “COMPAGNO G” PRIMO GREGANTI, TUTTORA UN’EMINENZA DELLE COOP ROSSE: “È STATA UNA GRANDE MOSSA, COSÌ CI COPRIAMO ANCHE SULL’ALTRA SPONDA POLITICA” 3. IL RECLUTAMENTO NELLA “SQUADRA” DEL GENERAL MANAGER DI EXPO 2015, ANGELO PARIS, È INVECE RECENTE. MA ENTUSIASMA FRIGERIO CHE PARLA DI “STREPITOSA INTESA” 4. TANTO CHE PARIS GLI CHIEDE, PRENDENDONE NOTA, NOMINATIVI DI IMPRESE “SPONSORIZZATE” DALLA CUPOLA CHE ANDRANNO FAVORITE NELLE SUCCESSIVE GARE PER L’EXPO 5. PER SPINGERE LA REGIONE A NOMINARE PARIS AL POSTO DI ROGNONI, IL GRUPPETTO MUOVE TUTTE LE PEDINE, SPESSO CITANDO NOMI DI CONTATTI VERI O MILLANTATI: BERLUSCONI, LUPI, GIANNI LETTA, MARONI E BERSANI (CHE SMENTISCONO: “TUTTE ILLAZIONI”)

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1. VIDEO - LA CONSEGNA DELLA BUSTARELLA TRA MALTAURO E CATTOZZO
Da www.repubblica.it

 


2. FILMATI GLI SCAMBI DI BUSTE CON I CONTANTI "HO QUI LA CASSETTA DI MUNIZIONI"
Luigi Ferrarella per il "Corriere della Sera"

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Tommaso Moro si rivolta nella tomba: nella versione datane da Frigerio, il «Circolo Culturale Tommaso Moro di Milano-onlus» in via Andrea Doria è diventato per i pm Antonio D'Alessio e Claudio Gittardi «lo schermo» di «un centro di affari illeciti non solo nel settore sanitario ma anche nei settori di interesse di grandi società a partecipazione pubblica, quali la Sogin spa» (bonifiche di siti nucleari), «l'Expo 2015 spa e la Infrastrutture lombarde spa». Il quartiere generale de «la squadra», come tra loro si chiamano i vari giocatori, ciascuno con un ruolo preciso.

LA «SQUADRA» EX DC
Dalla bufera di Mani Pulite, che lo colse ex parlamentare e segretario regionale della Democrazia Cristiana, Frigerio è uscito con la sua rete di contatti e la sua influenza politica intatte presso Berlusconi e la diaspora della balena bianca, tanto da tornare (a dispetto di pesanti sentenze scontate ai servizi sociali) con Forza Italia alla Camera nel 2001-2006 e oggi figurare «collaboratore dell'ufficio politico del Partito popolare europeo (Ppe) a Bruxelles»: ma il centro del suo lavoro sta nel Circolo milanese in cui ha come sponda imprenditoriale il vicentino Enrico Maltauro (pure lui con un curriculum giudiziario pesante in Mani pulite), e come stretto collaboratore Sergio Cattozzo, ex segretario regionale dell'Udc in Liguria, «a sua volta legato al politico ligure Luigi Grillo», il quale fino al 14 marzo 2013 è stato senatore del Pdl.

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GREGANTI E LE COOP ROSSE
«È stata una grande mossa - si dicono i Frigerio boys - coinvolgerlo» per coprirsi «sull'altra sponda politica», il lato sinistro del campo di gioco: parlano di Primo Greganti, il «compagno G» del conto svizzero «Gabbietta», 155 giorni di custodia cautelare senza mai parlare con i pm di Mani pulite, poi 3 anni di pena per le tangenti Enel, 6 mesi per finanziamento illecito, eppure oggi, «come emerge delle innumerevoli intercettazioni agli atti», persona «ritenuta dalla polizia giudiziaria e dai titolari delle indagini legato al mondo delle società cooperative di "area Pd"».

Per il gip Fabio Antezza, infatti, «Greganti si prodiga per inserire» questa o quella cooperativa rossa (nelle intercettazioni vi sono riferimenti a Manutencoop Facility Management, Cefla, Cmc, Viridia) «tra gli imprenditori di riferimento del sodalizio», specie per «gli "affari" procurati e gestiti dall'associazione per conto di Maltauro»; e in cambio riceve dalle coop denaro dietro la maschera di consulenze (tipo 10.000 euro di rimborso spese semestrali più l'1% di provvigione sugli affari conclusi).

Nelle sue intercettazioni, riassume il gip, «Greganti riferisce le sue autorevoli frequentazioni politiche» e i «numerosi personaggi di rilievo sui quali precisa di poter contare, specie relativamente a commesse pubbliche di massima rilevanza nazionale».

GIANSTEFANO FRIGERIOGIANSTEFANO FRIGERIO

IL TRIANGOLO DEI FAVORI

Frigerio, Greganti, Grillo «garantiscono la fondamentale attività di "copertura" e "protezione" politica in favore sia degli imprenditori di riferimento del sodalizio sia dei pubblici ufficiali investiti di poteri decisionali in seno alle stazioni appaltanti». Ai manager pubblici «assicurano sviluppi di carriera quale corrispettivo delle condotte preferenziali assicurate a loro volta agli imprenditori di riferimento dell'associazione. E in forza di tale attività Grillo e Greganti partecipano alla suddivisione con Frigerio e Cattozzo delle somme versate dagli imprenditori in relazione alle varie procedure ad evidenza pubblica».

LE GARE SOTTO LA LENTE
Dalle intercettazioni i pm ricavano il sentore di accordi per 600.000 euro sulla gara della «Sogin» da 98 milioni per l'impianto di cementazione di soluzioni liquide radioattive relativo al sito di Saluggia, e per altri 600.000 euro sulla gara per le «Architetture di Servizio» di Expo 2015 assegnato a Maltauro e a coop Cefla.

Ma le imputazioni illuminano anche sospetti di irregolarità sul «Progetto delle Vie d'Acqua», sulla gara per il servizio sosta di Expo, su altre due da 28 e 18 milioni, e soprattutto sulla gara da 323 milioni per la «Città della Salute» dove a Sesto San Giovanni dovrebbero fondersi Istituto Nazionale dei Tumori e Fondazione Besta.

ANTONIO ROGNONIANTONIO ROGNONI

CASSETTINA DELLE MUNIZIONI
In alcune occasioni fra il 2012 e il 2014 (l'ultima il 14 aprile scorso) Dia e Gdf hanno pedinato e filmato effettivamente la consegna di buste di soldi (anche 50.000, 25.000, 15.000 euro per volta) dall'imprenditore Maltauro (a sua volta collettore dei soldi di altri imprenditori) a Frigerio.

E i soldi che girano in contanti («la cassettina delle munizioni» la chiama Maltauro) sono così tanti che Frigerio e Cattozzo «programmano l'utilizzo in futuro di una cassetta di sicurezza in Svizzera».

EXPO E COPRIRSI SUI DUE MONDI
Il reclutamento nella «squadra» del general manager di Expo 2015, Angelo Paris, è invece recente, fine ottobre 2013. Ma entusiasma Frigerio che al telefono parla di «strepitosa intesa», al punto che il manager pubblico «gli chiede, prendendone nota, nominativi di imprese "sponsorizzate" dall'associazione e da favorire con riferimento alle successive gare Expo spa».

All'inizio a Paris viene chiesta solo neutralità. Lo si capisce da come Cattozzo conferma a Frigerio di essere andato dall'allora direttore generale di Infrastrutture Lombarde, Antonio Rognoni (arrestato un mese fa e riarrestato ieri) a chiedergli di influire appunto su Paris: «Primo (cioè Greganti, ndr ) è riuscito a far mettere in commissione uno dei suoi... e lì siamo coperti... è riuscito a far mettere un commissario del Comune...

Allo stesso modo Enrico (Maltauro, ndr ) è riuscito a muovere qualche pedina e mettere l'altro in commissione... e i due commissari hanno già detto ad Enrico che il suo progetto è il migliore in assoluto..., sarebbe sufficiente che quel suo amico lì (Paris, ndr ) se ne stesse solo tranquillo». In seguito a Paris viene chiesto di più. Perché è lui che cerca di più: più carriera in Infrastrutture Lombarde e in Expo, al posto di Rognoni, che già traballava prima dell'arresto di un mese fa.

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Ecco come Cattozzo il 20 gennaio 2014 lo racconta a Frigerio: «(Paris, ndr ) mi ha detto: "A parte la Città della Salute c'è una fila di lavori.. .Io ti posso veramente dare tanto di quel lavoro che tu non te lo sogni... Io non voglio niente! Voglio solo riuscire ad avere una tranquillità futura e per i prossimi sette/otto anni nessuno mi rompe più le scatole... E io ti do tutti i lavori che vuoi». Da questo momento «Paris - annota il gip - contribuisce durante le riunioni con i sodali a suggerire confidenzialmente soluzioni condivise in grado di assecondare i progetti illeciti».

LA CENA AD ARCORE
Per spingere la Regione a nominare Paris al posto di Rognoni (a tutt'oggi non ancora sostituito), Frigerio muove tutte le pedine che può. O almeno dice di farlo, nelle intercettazioni con gli altri della «squadra». Asserisce Frigerio: «Ho mandato un biglietto a Berlusconi e uno a Mantovani dicendo "ma la soluzione migliore si chiama Paris per la direzione"».

Il 22 gennaio 2014 dice di essersi adoperato per propiziare a Paris un «invito da Fabrizio Sala, consigliere regionale con delega all'Expo 2015, per partecipare a un incontro ristretto organizzato ad Arcore»: una cena con Berlusconi che però parrebbe in realtà una più generale presentazione dei club di Forza Italia a un trentina di personalità brianzole.

Il 29 aprile 2013 sempre Frigerio, stando al gip, dice che «deve mandare un biglietto a Maurizio Lupi (dal 27 aprile 2013 ministro delle Infrastrutture), con il nome di Antonio (Rognoni) per suggerirglielo come presidente Anas». È lo stesso schema che in passato aveva visto la squadra contattare davvero Cesare Previti per sostenere conferme o future nomine di un manager come l'amministratore uscente di Sogin, Giuseppe Nucci.

E nei «de relato» che costellano le intercettazioni di Frigerio e soci, compaiono molti nomi. Difficile comprendere se davvero contattati (e con quale esito) o solo immaginati come auspicate sponde politiche: come Gianni Letta, Maroni (che ieri sera nega che qualcuno gli abbia mai perorato la nomina di Paris e parla di «millanterie») o il sindaco veronese Tosi (solo evocato) su un versante.

O come sull'altro versante l'ex segretario pd Bersani: Cattozzo, infatti, sulle attese di conferme manageriali di Nucci racconta che anche Greganti gli aveva detto di essere speranzoso «perché Pierluigi Bersani ha detto "io sono d'accordissimo"». «Mai pronunciate la frase», smentisce Bersani, «sono illazioni o millanterie».

 

 

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