NETANYAHU È SOTTO ASSEDIO – DA UN LATO LA COMUNITÀ INTERNAZIONALE E LE FAMIGLIE DEGLI OSTAGGI CHIEDONO AL PREMIER ISRAELIANO DI CHIUDERE L’ACCORDO CON HAMAS. DALL’ALTRO “BIBI” SA CHE SENZA L’OFFENSIVA SU RAFAH IL SUO GOVERNO CADRÀ (E CON ESSO LA SUA CARRIERA POLITICA) – IL LEADER DELLA DESTRA RADICALE, SMOTRICH: “È IL MOMENTO DI STRINGERE IL COLLO A SINWAR. L’INVIO DI UNA DELEGAZIONE AL CAIRO È UN ERRORE…”

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Estratto da www.corriere.it

 

Nbc: «Israele vuole che gli ostaggi rilasciati nella prima fase siano tutti vivi»

benjamin netanyahu 3 benjamin netanyahu 3

Uno dei punti di contrasto che impediscono il raggiungimento di un accordo tra Israele e Hamas riguarda le condizioni dei 33 ostaggi che verrebbero rilasciati nella prima fase dell'intesa. Lo ha riferito un funzionario israeliano citato dalla Nbc. Secondo il testo dell'accordo, Hamas si impegnerebbe a rilasciare 33 persone, ma secondo l'organizzazione palestinese questi potrebbero essere sia vivi che morti. La posizione di Israele è che Hamas rilasci 33 ostaggi tutti in vita, ha precisato il funzionario. Altri nodi riguardano il numero degli ostaggi che dovrebbe essere rilasciato per ogni settimana di cessate il fuoco. […]

 

Smotrich: «È il momento di stringere il collo a Sinwar»

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«Questo è il momento di stringere il collo a Sinwar fino alla distruzione di Hamas. Non dobbiamo cedere alle pressioni e non dobbiamo fermarci fino alla vittoria». Ha detto il ministro delle finanze e leader della destra radicale Bezalel Smotrich secondo cui è «un errore» e «una trappola» inviare una delegazione al Cairo per discutere della proposta di accordo accettata da Hamas.

 

Smotrich: «Un errore inviare una delegazione al Cairo»

Il ministro israeliano delle Finanze, Bezalel Smotrich, ha contestato la decisione del governo Netanyahu di inviare una delegazione al Cairo a seguito dell'ok di Hamas a una nuova proposta elaborata da Qatar ed Egitto. «L'invio della delegazione al Cairo è un errore» e significa «cadere nella trappola manipolativa tesa da Hamas insieme al Qatar e all'Egitto. Questo è il momento di premere sempre di più sul collo di Sinwar e Hamas finché non saranno distrutti», ha affermato Smotrich in una nota in cui ha chiesto che ogni eventuale dialogo con Hamas venga accompagnato da un'azione militare.

 

BEZALEL SMOTRICH BEZALEL SMOTRICH

«Non si deve cedere alla pressione internazionale e non ci si deve fermare fino alla vittoria e alla sottomissione del nemico. Questa è la nostra guerra d'indipendenza e dobbiamo vincerla», ha aggiunto Smotrich, che ha quindi auspicato la totale occupazione di Rafah e la distruzione di tutte le infrastrutture sotterranee di Hamas.

 

Le famiglie degli ostaggi: «Serve un pressing internazionale su Israele per raggiungere un accordo»

Un appello affinché arrivino pressioni su Israele e sulle altre parti interessate per concludere un accordo con Hamas che riporti a casa gli ostaggi trattenuti da sette mesi nella Striscia di Gaza arriva dalle famiglie delle persone tenute prigioniere nell'enclave palestinese.

 

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Il Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi parla di «momento cruciale» con una «opportunità concreta per il rilascio degli ostaggi» e rivolgendosi ai governi con cittadini tenuti prigionieri sottolinea come sia di «massima importanza manifestare il più forte sostegno per un simile accordo». Il messaggio, riportano i media israeliani, è stato inviato alle ambasciate di Paesi con propri cittadini tra gli ostaggi rapiti nell'attacco in Israele del 7 ottobre dello scorso anno, dopo che ieri Hamas ha detto di accettare una proposta di cessate il fuoco presentata dai mediatori di Egitto e Qatar.

 

Chiusi tutti e tre i valichi di Gaza. Nessun aiuto via terra può arrivare alla popolazione palestinese

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Le forze di difesa israeliane hanno confermato che anche l'altro importante valico di frontiera con Gaza, il valico di Erez, è stato chiuso. Lo afferma Sky News dopo la chiusura anche dei valichi di Kerem Shalom e Rafah. ActionAid denuncia che attualmente nessun aiuto è in grado di arrivare a Gaza. «Siamo seriamente preoccupati che l'intensificarsi dell'attacco a Rafah abbia portato alla chiusura di tutte le rotte degli aiuti verso Gaza», ha detto un portavoce. «Non arriva alcun aiuto umanitario, creando una situazione disastrosa per i 2,2 milioni di persone che già lottano contro la fame, le malattie e carenze mediche».

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